7.1 L'imperfetto italiano


7.1.1 L' imperfetto italiano ha la stessa funzione di quello francese


Poichè il passato remoto francese, il passé simple, oggigiorno non si usa più, almeno nella lingua parlata, esistono alcune differenze tra il sistema temporale francese e quello italiano. Per quanto riguarda l'imperfetto, però, esse non sussistono e pertanto per un italofono questo meccanismo risulterà piuttosto intuitivo.

Nelle due lingue si usa l'imperfetto in queste circostanze:

a) Quando l'inizio o la fiine di un'azione sono sconociuti o irrelevanti.

Il quadro era appeso al muro.
=> Non interessa quando fu appesso, ma il fatto che sia ancora lì.

b) L'imperfetto serve per descrive una azione di base che è stata interrotta da un'altra.

In questo caso l'italiano ha due possibilità, ambedue con l'imperfetto.

1) Io stavo mangiando lì, ma quando seppi che in cucina c'erano degli animali andai via.
2 ) Io mangiavo lì, ma quando seppi che in cucina c' erano degli animali andai via.

La costruzione stare + gerundio fa riferimento a un momento determinato, mentre l'imperfetto è un po' ambiguo. La frase 2) può significare anche lui ci andava regolarmente fino al giorno in cui si rese conto che nella cucina c' erano degli animali. Se il contesto permette di capire ciò che il locutore vuole dire, nessun problema. Ma se questo non accade, cioè se esso non permette di distinguere tra un'azione che si è ripetuta nel passato e un'azione continuata, occorre scegliere una delle due costruzioni. In generale la costruzione star + gerundio viene tradotta in francese con être en train de + infinito come vedremo più tardi.

3) Si utilizza l'imperfetto anche, in francese e in italiano, per descrivere un'azione che si è ripetuta regolarmente nel passato.

Ogni volta che la vedeva, il suo cuore cominciava a battere.






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